Questa è una strana città. Vai in centro di sabato pomeriggio e guardandoti attorno non riesci a focalizzare nulla; davanti a te una massa indistinta di carne tremolante e sudaticcia trasforma il tuo sport preferito nel peggiore degli incubi. Questo è lo scenario che puntualmente si staglia dinanzi ai tuoi occhi innocenti ogni volta che
c’è il primo giorno di saldi.
Mestamente ti dirigi verso questo fiume in piena, con la paura nello sguardo cerchi di farti largo per raggiungere una vetrina…mai idea fu più sbagliata. Ti trascinano e non ti lasciano scampo, ti costringono a entrare dove proprio non vorresti, nel low cost fast fashion che più low e più fast non si può. Te ne fai una ragione e tra commesse infuriate e avventrici assatanate non riesci a ragionare. La testa rimbomba, le gambe si fanno pesanti e passi circa mezz’ora davanti allo stesso
capetto in acrilico dal colore fluo che, al 99,9% non indosserai mai, ma fa tanto ragazza della grande metropoli e non tradirà le tue origini. Quindi? Ovviamente lo acquisti, che domande! D’altronde hai avuto mezz’ora per analizzare quell’0,1% di possibilità di indossarlo:
1.
quando darai (forse) una fighissima festa anni ’80
poi quando…mmmmmmm….(aspetta c’erano almeno altre tre occasioni in cui l’avresti potuto sfoggiare)…
2.
ad una serata al Plastic
eeeeeeee poiiiiiiiii…..mmmmmmm…Va be dai ma tanto poi sdrammatizzato si può mettere altre mille volte!
SDRAMMATIZZATOOO??? Ma come fai a “sdrammatizzare” una pezza fluorescente che urla chiaramente da tutte le trame (se ne ha!) del suo 100% acrilico: “ma che diavolo ti sei buttata addosso?”???
Cerchi di giustificare goffamente il tuo gesto totalmente irrazionale con la scusa che l’hai pagato due soldi.
Ti ritrovi in strada in maniche di maglietta, nonostante i -10°, e solo la sostanziosa e imbarazzante peluria delle tue braccia color latte ti spinge a indossare nuovamente il pullover. Ti fai coraggio e cammini decisa, certa che lì fuori c’è ancora un’occasionissima che ti aspetta e non sarai certo tu, vecchia volpe da shopping, a fartela sfuggire! Continui il tuo giro ma questa volta alzi il tiro ed entri in una catena comunque fast ma meno low. Appena entri, ti dirigi verso la parte dello store che pare “meno battuta”, intenta a tirar giù l’impossibile da uno stand ti accorgi che la signora che ti è affianco si è appena accasciata al suolo. Ecco lo sapevo la “sciura” co’ sto caldo è venuta meno!
Mentre cerchi di chiamare il 118 e t'immagini già su un’ambulanza a sirene spiegate, noti che la signora ha degli spasmi. La situazione si complica e tu ti avvicini per cercare di darle un primo soccorso; nell’avvicinarti ti rendi conto che stringe una tacco 12 tra le mani, non la molla! “Signorina mi dia una mano, presto, non riesco proprio a farla entrare!” ti urla in faccia, “Sarà perché è un paio di numeri in meno del mio?”, ti chiede. Sei lì immobile, attonita. Il sudore freddo della paura, che fino a un minuto prima ti perlava la fronte, si trasforma in una vampata di calore rabbioso. Le scippi le scarpe dalle grinfie e fuggi, fuggi verso una cassa stranamente deserta.
Paghi e scappi. Ti guardi continuamente alle spalle per il timore che la mefistofelica sia riuscita a individuarti tra la folla, nonostante la tua
camaleontica mimetizzazione. Ti sembra di essere in salvo una volta conquistato il portone di casa, ma anche lì non è che ti senta tanto al sicuro, d’altronde si sa
le shopaholic sono tremende… no?