martedì 18 ottobre 2011

Perché Levi’s non punta sullo shop online




Il jeans è una questione importante. Vitale, direi. Il jeans non è un acquisto da far a cuor leggero, è qualcosa che mette in gioco una serie di variabili importanti: sentimento, ribellione, irragionevolezza. Nell’armadio di una donna solitamente ci sono due tipologie di jeans: quelli che indossi solo per stare in piedi, e quelli con i quali potresti pensare anche di sederti. Se trovi il jeans giusto, hai trovato l’Eldorado. A me è capitato una volta sola, nel 2004, l’ho usato fino a che mi si è sbrindellato addosso, letteralmente!

L’utilità del jeans è ovvia: via la bilancia, sdraiati sul letto e prova i tuoi jeans preferiti. Se ti entrano senza sudare troppo, vuol dire che sei ancora una gran...

I più famosi, quelli che davvero abbiamo abitato un po’ tutti, sono i Levi Strauss, azienda americana, ma con genio storicamente europeo. Il gruppo californiano nel 2010 ha visto aumentare, nel Vecchio Continente, le proprie vendite di circa il 6%,vale a dire quasi 200 milioni di euro.

Cliccando su http://eu.levi.com/it_IT/index.html ci si ritrova nella landing page dello shop online, in primo piano un bannerone che inneggia a riprendere in mano la propria vita con un: “Now is our time!”, facile e giovanilistico ma tutto sommato efficace. I soliti box dei nuovi arrivi, della campagna charity, delle varie collezioni e fin qui tutto regolare. La vera novità è la linea Curve ID perché trovare il jeans della vita, come recita il claim: “E’ una questione di forma, non di taglia”. La call to action ti spinge a compilare un form per scoprire la tua Curve ID. Prendi le tue misure, (dalla schermata ti viene suggerito caldamente di farlo a casa, peccato! Pensavo di prendere un metro dalla borsa e di misurare le mie rotondità tra il collega, la scrivania e l’amministratore delegato, ma ti pareee???) le inserisci nel form ed il sistema ti dirà qual è il modello più adatto alle tue curve. Qui viene il bello. Una volta scoperto il tuo “curve profile” ti suggeriscono di prenotare una prova in negozio, colpo di scena. Allora anche tu Levi’s, multinazionale furbetta, sai bene che nessuno mai comprerà un jeans senza poterlo provare!

La progressione di cui sopra, si spiega con il lancio di Denizen -nuovo brand Levi’s- e con la performance degli outlet. Infatti, la realtà è che l'utile operativo è calato di circa il 5%, un ribasso imputabile agli investimenti nel retail e al costo delle materie prime. Da questo riusciamo facilmente a intuire che per Levi’s lo shop online è una scelta quasi obbligata per stare sul pezzo, come si dice, ma non è di certo l’escamotage su cui puntare per ottenere performance importanti. Comunque la jeanseria d’oltreoceano non rimarrà certo in braghe di tela …ops di jeans.

Ora vi dico io perché per acquistare un jeans è importante farsi prima due passi in camerino:

Il tuo jeans è fatto di concerti, di serate sulla sabbia bagnata sotto un cielo di stelle, di vacanze, di bagni di notte ad agosto, è fatto di baci sulle panchine, di pomeriggi in bicicletta, di corse in motorino per arrivare puntuali a scuola, lo usi quando fa freddo-freddo e caldo-caldo. E’ fatto di lacrime, di sudore delle mani quando incontri il tipo/la tipa che ti fa perdere la testa, è fatto di musica e di vita, di ciccia e di dieta. Tu cambi, lui no. Forse è per questo che lo abbiamo tutti eletto oggetto feticcio. Pare che le nostre vite intere siano dolcemente imprigionate nelle sue spesse trame, a furia di lavaggi le storie rimangono sempre lì. Ogni piccola usura, ogni piccolo strappo, lo rendono ancor più speciale, più importante. In un mondo che richiede a gran voce di essere smart, flessibili, veloci e di non lasciare traccia di quello che davvero si è, sentiamo ancor più forte l’urgenza di imprimere in un oggetto la nostra vita, le nostre esperienze.

E’ per questo motivo che il jeans è intramontabile; è la nostra memoria storica.

E’ per questo motivo che l’apparenza è importante, ma la sostanza ancor di più.

lunedì 17 ottobre 2011

Zara online - Solo per capire...

Per una fashion add la domanda è una: perché dovrei fare shopping online?

Per un qualunque essere umano che non sia obbligato a portare tacco 12 e reggiseno e, diciamolo, con un po’ di sale in zucca, la risposta vien da se. E’ comodo! Ovvio!

Questa è la classica frase che fa scuotere la testa ad una donna e le fa stampare sul viso una sorta di sorrisetto; un ghigno che in realtà è un misto tra la pena, che prova per l’interlocutore solitamente maschio, e la consapevolezza che se è vero che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni noi la vogliamo percorrere tutta pur di avere quello stiletto, al quale non possiamo proprio rinunciare e che siamo certe, renderà il mondo un posto migliore.

In realtà una risposta giusta non c’è. L’e-commerce sta decollando per infiniti motivi, è indubbiamente la forma di vendita con il più rapido tasso di crescita. Zara, il brand spagnolo controllato dal colosso Inditex, si è fatta attendere non poco ma finalmente da circa sei mesi è online, ma lo fa ormai da leader mondiale del settore, con un fatturato off line stimato al gennaio 2011 di 12,6 miliardi di euro e di 13,9 per quello successivo. E con quasi 768 milioni di pezzi tra abbigliamento e accessori venduti l'anno scorso a livello di gruppo. La torta delle vendite in rete fa gola al señor Amancio, tuttora a capo di un ufficio stile di 280 ragazzi e ragazze nel quartier generale di La Coruña che sforna qualcosa come 27mila modelli all'anno. Ora si vuole tastare il mercato con il marchio di punta per poi allargare l'esperimento agli altri brand, segmentati verso le giovanissime, Bershka, o verso il classico formale Massimo Dutti.

Quindi se queste sono le previsioni, possiamo finalmente dimenticare l’orrendo rituale dei camerini di prova dove, grazie a quelle potentissime illuminazioni, l’immagine riflessa non è certo la tua con tutta quella cellulite e quelle occhiaie che nemmeno Kate Moss… no no, ormai sei certa quella non sei tu! Potremo finalmente provare i nostri acquisti a casa davanti a quello specchio che c’è tanto caro, perché ci fa taaaanto magre, olè!

C’è un asso non da poco nella manica del grassoccio magnate spagnolo: un sito organizzatissimo. Possiamo vedere un lookbook con outfit completi, ci sono video ben studiati per presentare le collezioni, la newsletter che t’informa ogni settimana degli ultimi arrivi e una star guest dal sangue blu come Stella Tennant a garanzia del glamour. Tutto funziona, tutto è in stile Zara.

Partendo da una previsione ottimistica di aumento del 10% delle vendite di Zara per un anno intero nei sei paesi si arriverebbe a un incremento del 3% del fatturato del gruppo (a parità di negozi) e dunque a una crescita dell'Ebit del 10%.

Già accessibile in 11 paesi d’Europa, il sito di e-commerce di Zara è stato esteso dal 3 marzo agli acquirenti della Danimarca, della Norvegia, della Svezia e della Svizzera. Lanciato il 2 settembre 2010 in Spagna, in Germania, in Francia, in Italia, in Portogallo e nel Regno Unito, il sito si è poi esteso all’Austria, al Belgio, all’Irlanda, ai Paesi Bassi e al Lussemburgo. Secondo il piano di sviluppo presentato l’anno scorso dalla casa madre, Inditex, i prossimi paesi su cui il portale di e-commerce dovrebbe essere lanciato entro l'anno sono gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud. Ma non abbiate fretta, il 23 marzo potremo finalmente tirare le somme di questi primi sei mesi online. A fronte di tutto questo mi rendo conto che, in un futuro nemmeno troppo lontano questa globalizzazione ci porterà a vestire tutte allo stesso modo! Quindi dove finirà “ce petit quelque chose” cui noi donne ci appelliamo per sentirci speciali?

martedì 30 giugno 2009

Chic & kitch

Per essere eleganti bisogna innanzi tutto conoscersi bene. Quindi per una donna stupida sarà molto difficile essere davvero elegante,seguirà ogni moda senza cercare di adattarla alla propria figura , alle circostanze, anche quando un tipo di moda è stata palesemente creata per un tipo di donna totalmente diverso da lei. La personalità non è soltanto una ribellione, ma è anche (direi soprattutto!) saper riconoscere i propri difetti e le proprie qualità fisiche. Questi problemi non riguardano evidentemente Chloe Sevigny, che avendo gambe da vera star non teme giudizi. Se siete un metro e cinqua e pesate sessanta chili magari evitate, questa non è personalità , è scavarsi la fossa!!

Un po' Madame...

...Se eleganza viene dal latino -eligere- quindi scegliere, questo potrebbe voler dire che ogni nostra scelta è dettata dal buon gusto, dal saper scegliere,dall' eleganza appunto... mi è stato insegnato che non sempre il voler scegliere è saper scegliere! L'eleganza è molto più del benessere, del mostrare-ostentare, del lusso di possedere; Richiede una precisione, una vivacità non priva di audacia che non tutti posseggono, in molti è una qualità innata un dono degli dèi che non ha alcun rapporto nè con la bellezza nè con la ricchezza.Se ne siete prive bisogna innanzi tutto che vi rendiate conto di non averla, l'eleganza. Allora è qui che torniamo alla famosa "scelta" , siate eleganti (appunto!) e lasciate che qualcuno scelga per voi senza opporre tanta resistenza nel goffo tentativo di far valere la vostra personalità. Tra l'altro , se vi rendete conto di essere prive d'eleganza, la battaglia si può dichiarare già vinta a metà...perchè il solo caso disperato è quello della donna che non ha la piu' pallida idea di cosa sia chic e cosa non lo sia.